«Le analisi da fare sono diverse, soprattutto sullo spirito con cui è nato questo tipo di progetto. In un momento estremamente complesso per il nostro Paese e le nostre città, noi che governiamo e che dobbiamo dare risposte alle richieste dei cittadini, essere presenti è un atto di responsabilità e coscienza. Lasciamo da parte le ideologie politiche: su questo presupposto siamo uniti, ho già preso contatto diverse volte con gli altri sei primi cittadini coinvolti in questo progetto (oltre al sindaco di Rapallo, ecco i Sindaci di Chiavari Roberto Levaggi, di Sestri Levante Valentina Ghio, di Portofino Giorgio D'Alia, di Borzonasca Giuseppino Maschio, di Lumarzo Guido Guelfo e di Pieve Ligure Adolfo Olcese) e credo molto in questo approccio: lo testimonia il fatto che, in soli due mesi di amministrazione comunale, grazie alla collaborazione e alla disponibilità dei sindaci Paolo Donadoni e Giorgio D'Alia sono riuscito a ricostruire i rapporti tra Rapallo, Santa Margherita e Portofino. In questa fase costituente, è fondamentale essere coesi: dividere è semplice, il difficile è creare unione, ed è qui che emerge la buona politica.
Il Tigullio non può correre il rischio di non ottenere una rappresentanza forte all'interno del Consiglio Metropolitano. Devo essere sincero: quando è nata l'ipotesi di Città Metropolitana non ero entusiasta sulla creazione di una situazione di questo tipo, ma oggi che è diventata una realtà è un dovere esserci. Ritengo le proposte alternative poco credibili: liste nate su preconcetti e con l'unico scopo di creare divisioni, penalizzando la rappresentanza del Tigullio nel Consiglio Metropolitano. Bisogna guardare al territorio e pensare a ricostruire i vari rapporti».


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